tag:blogger.com,1999:blog-32457964766153793862024-03-13T12:57:19.966-07:00E....Io Pago - Tutte le verità non detteNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-2931584633672948792011-10-11T15:11:00.000-07:002011-10-11T15:21:21.526-07:0015 OTTOBRE - Non finiremo a Piazza S. Giovanni<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/-bhq0I1zlgAc/TpTBVzWk5oI/AAAAAAAAAD0/jYoQo-gCknU/s1600/15ottobre.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://2.bp.blogspot.com/-bhq0I1zlgAc/TpTBVzWk5oI/AAAAAAAAAD0/jYoQo-gCknU/s320/15ottobre.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5662363211817870978" /></a><br />TERZO FRONTE - Italia<br />Scritto da Campo Antimperialista <br />Martedì 11 Ottobre 2011 12:32<br /><br />Sin dall’inizio abbiamo salutato la proposta degli Indignati spagnoli di fare del 15 ottobre una giornata di proteste generale. Essa rispondeva a tre esigenze: affermare un secco no a tutte le misure antipopolari di austerità adottate dalla Ue e dai governi nazionali, estendere e unificare a scala continentale le proteste sociali, costruire un movimento sociale indipendente sia dalle istituzioni che da partiti ormai falliti.<br /><br />Ma i morti allungano le mani sui vivi. Per quanto compromessi e screditati, gli apparati dei partiti di sinistra, stanno tentando in ogni modo di depotenziare la protesta sociale, di domarla, sia per trarne vantaggi elettorali che in vista dei loro intrallazzi istituzionali.<br /><br />Ciò facendo essi non solo tradiscono lo spirito degli indignati spagnoli — i quali, non dimentichiamolo, scesero in piazza per boicottare la rituale manfrina elettorale—, essi disattendono il sacrosanto spirito di protesta dei tanti che scenderanno in piazza a Roma il 15 ottobre. Con loro noi diciamo no alla desueta liturgia del corteo, destinato a spegnersi in Piazza S. Giovanni con tarallucci, vino e consueto corollario dei discorsetti demagogici dei presunti capipopolo.<br /><br />Coi tanti che scenderanno in piazza il 15 ottobre, noi dichiariamo che occorre farla finita con liturgie antiche, che invece di dare forza al protagonismo popolare lo pregiudicano; che invece di fare coraggio ai giovani, li deprimono e li allontano dalla politica attiva.<br /><br />No, coi tanti non accetteremo di fare i gregari dei politicanti per tirare loro la volata elettorale, di essere usati come massa di manovra delle loro trame governiste. Li abbiamo già visti all’opera in due occasioni. Ci è bastato.<br /><br />Quindi, pur partecipando alla manifestazione, noi non saremo tra quelli che parteciperanno alla triste cerimonia di Piazza S. Giovanni. Un modo per finire in bellezza lo si troverà, assieme, ne siamo sicuri, a gran parte dei manifestanti.<br /><br />L’accusa di “avventurismo” la rispediamo al mittente. Avventuristi sono proprio coloro che pretendono, dentro una crisi gravissima come quella che attraversa questo sistema, di potere trattare il potente movimento che va nascendo, come una tigre da cavalcare e ammansire. Così facendo, sono proprio questi politicanti a spingere la rabbia sacrosanta verso esiti avventuristici e perdenti.<br /><br />Raccogliere davvero l’indignazione popolare significa promuovere e ben organizzare un assedio non violento e permanente ai palazzi del potere, dove sono asserragliati i comitati d’affari del grande capitale finanziario, bancario e speculativo globale, responsabili della catastrofe sociale imminente. Anche per questa ragione gli antimperialisti faranno il corteo con il blocco del primo ottobre.<br /><br />Noi il 15 non ce ne andiamo!<br />Né Berlusconi né governo dei banchieri!<br />Fuori dal debito e Fuori dall’euro per uscire dalla crisi!<br /><br /><br />Campo Antimperialista<br />10 ottobre 2011NOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-29710803067852196452008-12-24T06:38:00.000-08:002008-12-24T07:33:39.101-08:00Natale: l'ipocrisia continuaCari amici,<br />oramai abbiamo capito che tutto quello che ci circonda, fa parte della nostra vita, è solo un mezzo per farci sentire al sicuro come in un campana di vetro, creata appositamente da poche persone e accettata dalla maggioranza degli altri. Bisognerebbe smetterla, ma come? Ogni gesto che ripetiamo in questo clima di consumismo natalizio è privo di significato e ci fa sentire a noi moicani dell'idealismo sofferenti e soli nel combattere una battaglia persa in anticipo. Cerchiamo qualcuno con cui combattere o qualcosa per cui combattere ma non lo troviamo perchè nascosti dalla viscida melma delle sabbie mobili del sistema. Un sistema questo che cerca di farti perdere il senso delle cose e della vita, ti svuota per poterti controllare meglio e più accuratamente e farti rimanere con addosso l'odore pesante dei resti di uno sciassi dell'anima. La maggioranza si sente confusa, le persone sono zombi tra vetrine, centri commerciali, i posti di una vita che perdono valore e la mente inebriata dai rumori di pensieri malati. Cerchiamo di reagire noi poveri illusi di un mondo diverso ma coraggiosi nel cercare la via verso parole che prendono colore come l'intenso vivere delle baraccopoli del mondo. Siamo persi ma ci ritroviamo nel cercare il senso di tutto ciò. Dobbiamo smetterla di soffrire e per stare meglio vi il necessario bisogno di vomitare parole che hanno la forza di aprire le menti e abbattere muri. E' il 24 di Dicembre e ancora una volta il clan degli ipocriti si riunisce nuovamente per banchettare l'illusione della vita, e prostituire il suo senso. In questo momento come gli altri anni si vuole dimenticare ma i problemi sociali aumentano, si ingigantiscono e i tanti con i loro sorrisetti farsati e farciti di stupida tranquillità perdono la fermezza di una lotta che potrebbe renderli immortali e migliori. Ci deve essere una luce da seguire per poter uscire da questo inutile sterco. Riuniamoci si non per sorridere ma per volere un modo diverso di essere insieme. Facciamo per una volta una cosa buona a Natale, dimentichiamolo e recuperiamo noi stessi. Una non violenza verso un sistema che ci vuole tutti uguali, recuperiamo le diversità e siamone degni senza giustificare alcunchè a talune persone che agiscono da soldatini del grande manovratore natalizio. Troviamo una via d'uscita in una spiritualità dell'incontro e sublimiamo noi stessi nella collettività vera. Siamo all'altezza di vedere qualcosa di diverso se lo vogliamo, non diventiamo mercificazioni del natale ipocrita. Tecnologia, la rootine quotidiana,l'informazione, le religioni, le famiglie, il commercio, il pensiero e cc sono tutte prone e alienate in nome del Dio denaro e del Dio Potere, a questo sistema è rimasta una sola cosa da conquistare l'essere uomo ma questo per fortuna è ancora proprietà di Dio. Dimentichiamo il Natale e ritroveremo la pace.NOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-4050591315248969512008-10-04T02:38:00.000-07:002008-10-04T02:39:42.616-07:00Crisi Bancaria e FinanziariaAppello a non sottoscrivere l' appelloeconomisti@voceinfo<br /><br /><br />Per correttezza, prima di criticarlo, riproduciamo l'appello: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000650.html<br /><br />LA CRISI BANCARIA IN EUROPA: UN APPELLO ALL'AZIONE<br />L'Europa è nel mezzo di una crisi senza precedenti. Tutti gli europei sanno che cosa accadde quando nei bui anni Trenta i mercati finanziari smisero di funzionare. Non è esagerato dire che potrebbe accadere di nuovo se i governi non intervengono. Non stiamo dicendo che accadrà, ma è fondamentale sapere qual è la posta in gioco. Si dissolve la fiducia nei mercati e c'è il rischio che la paura si diffonda ancora di più. Le turbolenze nei mercati finanziari devono essere fermate perché causano gravissimi danni all'economia reale. Sono a rischio i risparmi di centinaia di milioni di europei. Se la turbolenza darà luogo a una paralisi del mercato del credito, un gran numero di posti di lavoro e di imprese verrà distrutto. Un ulteriore indebolimento dell'economia reale metterebbe a rischio un numero ancora maggiore di prestiti e si creerebbe un circolo vizioso di caduta dei prezzi delle attività, deterioramento della capacità di ripagare i debiti e diminuzione dei flussi di credito.Gli interventi dei politici statunitensi sono positivi, ma non sono sufficienti. Anche all'Europa si richiede un'azione politica decisa.<br />ESTERNALITA' POLITICHE: LE AZIONI A LIVELLO EUROPEO PER INTEGRARE GLI INTERVENTI DEI SINGOLI STATI<br />Le autorità degli Stati Uniti hanno imparato la scorsa settimana che salvare una banca alla volta non serve: una crisi di sistema richiede una risposta di sistema.In Europa, il salvataggio di una banca per volta significa uno sforzo di salvataggio intrapreso da un singolo paese, nonostante gli importanti effetti che questo ha sugli stati vicini, oppure un coordinamento improvvisato all'ultimo minuto con un accordo sulla distribuzione dei costi. Fino a oggi risposte nazionali e sforzi cooperativi ad hoc sono stati utili. Tuttavia, l'interdipendenza tra le banche europee è troppo profonda e diffusa perché la risposta nazionale o il coordinamento caso per caso possano essere sufficienti. Ogni intervento di un singolo Stato e ogni intervento cooperativo tra un ristretto numero di nazioni può avere effetti imprevedibili sugli altri paesi europei. È fondamentale che le autorità nazionali si incontrino e coordinino le loro risposte, delineando soluzioni valide per tutta l'Europa se necessario.Ora, mentre la situazione appare ancora gestibile, è il momento di agire. Gli avvenimenti della scorsa settimana negli Stati Uniti dimostrano che le crisi finanziarie non si sviluppano in modo regolare e prevedibile. Un fatto inaspettato può innescare fallimenti a catena e un panico che diventa sempre più difficile controllare.<br />SOLUZIONI<br />Molte soluzioni possono comporre una risposta adeguata. Negli Stati Uniti, in questo momento la crisi si affronta riportando liquidità nei mercati monetari e del credito e creando le condizioni per una ripresa delle assicurazioni sui mutui primari e su altre attività illiquide ma sufficientemente omogenee e trasparenti. In Europa il problema principale è l'elevata leva finanziaria delle grandi banche che operano a livello internazionale. Per questo, il contributo dell'Europa deve incentrarsi sulla ricapitalizzazione del settore bancario, attraverso l'iniezione di fondi pubblici o attraverso la conversione obbligatoria del debito in capitale azionario. Deve essere fatto a livello europeo (per esempio, attraverso la Banca europea per gli investimenti). L'approccio attuale, con il salvataggio di un istituto dopo l'altro utilizzando fondi nazionali, porterà solo a una balcanizzazione del settore bancario europeo. Per prevenire in futuro crisi di questa natura, è necessaria anche una regolamentazione a livello europeo dei mercati finanziari e delle istituzioni bancarie europee.Il problema non è la mancanza di idee su come risolvere la crisi. Il problema è la mancanza di volontà politica.Se i capi di Stato e di governo europei non si riuniscono subito per affrontare in modo deciso la crisi prima che sfugga al controllo, finiranno per trovarsi ad azzuffarsi su quel poco che rimarrà dopo il disastro.<br />Testo inglese disponisbile su www.voxeu.com<br />Alberto Alesina, Harvard UniversityRichard Baldwin, Graduate Institute, Geneva Tito Boeri, Università Bocconi, MilanoWillem Buiter, London School of Economics Francesco Giavazzi, Università Bocconi, MilanoDaniel Gros, Centre for European Policy Studies Stefano Micossi, AssonimeGuido Tabellini, Università Bocconi, MilanoCharles Wyplosz, Graduate Institute, Geneva Klaus F. Zimmermann, Bonn University<br />Sottoscrivono:<br />Marco Arnone, Università Cattolica, MilanoGuido Ascari, Università di PaviaGiorgio Barba Navaretti , Università Statale, MilanoPeter Birch Sorensen, University of CopenhagenAndrea Boitani, Università Cattolica, Milano Guido Bolliger, Olympia Capital ManagementSergio Briguglio, ENEARiccardo Cesari, Università di BolognaDaniele Checchi, Università Statale, MilanoGurdgiev Constantin, Trinity College, Dublin (Adjunct) & NCB StockbrokersTony Curzon Price, openDemocracy.netJean-Pierre Danthine, University of Lausanne and Swiss Finance InstituteFrancesco Daveri, Università di ParmaGiuseppe De Arcangelis Sapienza Università di RomaPaul De Grauwe, Katholieke Universiteit LeuvenDaniela Del Boca, Università di Torino Jacques Delpa, Conseil d'Analyse Economique, ParisMathias Dewatripont, ecares, universite libre de bruxelles and ceprMarco Di Marco, Italian National Statistical InstituteGregory Duncan, University of California-BerkeleyFederico Eisler, Merrill LynchMichael Emerson, CEPSStefano Fassina, già Economist, Internatinal Monetary FundCarlo Favero, Università Bocconi, MilanoFrancesco Ferrante, Università di Cassino Riccardo Fiorentini, Università di VeronaHarry Flam, IIES, Stockholm UniversityElsa Fornero, Università di TorinoMarzio Galeotti, Università Statale, MilanoGillian Garcia, IMF, retired Reijer Groenveld, Abn AmroGregorio Impavido, IMF Patrick Honohan, Trinity College DublinTullio Jappelli, Università Federico II, Napoli Olivier Jeanne, Johns Hopkins University Philip Lane, Trinity College Dublin and CEPRMarco Leonardi, Università Statale, MilanoRiku Leppanen, European CommissionFélix López, EOI Business School, MadridPhilippe Martin, Paris School of EconomicsJacques Melitz, Heriot-Watt University Tommaso Monacelli, Università Bocconi, MilanoAldo Montesano, Università Bocconi, MilanoTommaso Nannicini, Università Bocconi, MilanoLuca Nunziata, Università di PadovaMarco Pagano, Università di Salerno Fausto Panunzi, Università Bocconi, MilanoEugenio Peluso, Università di VeronaAvinash Persaud, Intelligence Capital LimitedIlaria Piemonte, UBI Pramerica SGRMichele Polo, Università BocconiGiorgio Ragazzi Università di BergamoFabio Ranchetti, Università di PisaGianpaolo Rossini, Università di BolognaWolfgang Scherf, Justus-Liebig-Universität GießenEnrico Santarelli, Università di BolognaAlessandro Sciamarelli, European Mortgage FederationTapen Sinha, ITAM, Mexico and University of Nottingham, UKMarko Skreb, Former Croatian National Bank Governor Cedric Tille, Graduate Institute for International and Development StudiesGianni Toniolo, Duke University e LUISS, RomaHarry van Dalen, Tilburg UniversityFrancesco Vella, Università di BolognaGuglielmo Weber, Università di Padova Stephen Yeo, CEPR <br /><br /><br />Ecco un appello da non sottoscrivere. E soprattutto da meditare riguardo all’ assoluta incapacità analitica e predittiva dell’ “economista medio”, magari anche “spostato a sinistra”.<br />L’unica parte che condiviamo è quella in cui si parla di affrontare la crisi non in ordine sparso, ma in chiave europea.<br />Invitiamo perciò i lettori a passare subito all’analisi del paragrafo “Soluzioni” .<br />La “ ricapitalizzazione del settore bancario, attraverso l'iniezione di fondi pubblici o attraverso la conversione obbligatoria del debito in capitale azionario”, come si cerca di fare negli Stati Uniti, ha un enorme valore psicologico, ma solo se viene condotta a termine rapidamente. E soprattutto, se accompagnata da misure (orrore!) “interventiste”, delle quali, purtroppo, nell’appello non si parla assolutamente. I firmatari si limitano a consigliare genericamente “per prevenire in futuro crisi di questa natura”, la necessità “anche di una regolamentazione a livello europeo dei mercati finanziari e delle istituzioni bancarie”. Pannicelli caldi...<br />Infine, nella chiusa, si fa riferimento, sempre in modo generico, al ruolo della politica: “Il problema non è la mancanza di idee su come risolvere la crisi. Il problema è la mancanza di volontà politica”. Grazie signori, avete scoperto l’acqua calda... Quanto alle idee ne avete pochine. Perché, in realtà, l’appello non va al di là del solito invito alla cultura delle regole, cui la politica dovrebbe farsi portatrice. Il punto è che la situazione non può più essere gestita ricorrendo alle solite chiacchiere sul galateo economico, bla bla bla...<br />La ricapitalizzazione, invece, andrebbe affiancata, invocando lo "stato di eccezione" in cui chi decide è sovrano, da immediate ispezioni e controlli sulle attività bancarie e borsistiche: vere e proprie sciabolate sulle teste degli speculatori. Che solo così potrebbero capire che esiste ancora una volontà politica. Inoltre andrebbero vietate, sul piano legislativo, le attività finanziarie basate sull’effetto leva (prendo a prestito pochi soldi, e con quei pochi ne muovo tanti in termini di azioni e titoli, influenzando il corso dei mercati, con finalità puramente speculative).<br />Inoltre, andrebbero subito allentate le briglie del credito, facendo scendere i tassi. Tradotto: il monetarista Trichet va licenziato in tronco. Infine alla manovra creditizia si dovrebbero affiancare politiche di lavori pubblici sul piano europeo, in grado di rilanciare l’economia, ovviamente rispettando l’equilibrio ambientale.<br />In questo modo si avrebbe una crescita dell’inflazione (da tenere comunque sotto le due cifre, di qui la necessità di accordi tra imprenditori e sindacati a livello nazionale ed europeo, non però penalizzanti per i lavoratori), ma anche una crescita dei consumi (forse leggermente più ridotta del tasso d’inflazione, ma non siamo economisti, non stai a noi dirlo, modesti sociologi...). Due fenomeni sempre preferibili alla recessione. Naturalmente l’inflazione, considerati anche i possibili sviluppi della stessa a livello americano e mondiale, collegati al corso del dollaro, potrebbe influire negativamente in Europa sull’acquisto delle materie prime, e quindi incidere sui costi dei volumi produttivi. Si tratta però di un rischio che deve essere affrontato. Soprattutto se si pensa che l’alternativa è la disoccupazione di massa. Di qui la necessità di creare sul piano nazionale ed europeo una struttura pubblica - si pensi alla vecchia Iri italiana - in grado di assorbire e gestire occupazione.<br />Concludendo, si potrà uscire dalla crisi europea che si preannuncia all’orizzonte, non con i generici appelli alle regole, basati su una visione superficiale della difesa della liquidità: certo, la liquidità si difende con le “iniezioni di fondi pubblici”, ma la si garantisce, per il futuro, soltanto con interventi strutturali in grado di favorire la ripresa, i consumi e l’occupazione, come quelli qui enumerati. Ovviamente, non disconosciamo il rischio di una politica "inflazionistica". Un pericolo, ripetiamo, sempre preferibile a quello politicamente e socialmente racchiuso in una crescente disoccupazione di massa.<br />A questo proposito la posizione mercatista della Marcegaglia sui contratti è suicida per l’intera economia italiana, e oltre... Si spera che Epifani, non capitoli di nuovo, e magari su consiglio di Veltroni.<br />A proposito, il Tremonti antimercatista che fine ha fatto?<br /><br />Carlo GambesciaNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-47670847520869020972008-04-23T14:54:00.000-07:002008-04-24T16:24:34.444-07:00Oro nero o atomo d'oro? Cosa c'è dietro la cooperazione per il nucleare civile in Medio Oriente?Sono esterefatto dagli ultimi accordi che gli americani hanno stipulato con la Ccg(Consiglio di cooperazione del Golfo) comprendente Emirati Arabi Uniti, Baherein, Arabia Saudita, Oman, Quatar e Kuwait perchè mi chiedo da semplice analista internazionale dopo che si sono materializzate 3 guerre per il petrolio, due guerre del Golfo e una guerra ad oltranza ad opera di Israele contro la Palestina quante operazioni belliche i nostri eroi occidentali riusciranno a portare sul suolo medio orientale, per permettere alle multinazionali americane, europee e allo stato cinese di intascare dalle contrattazioni sul nucleare civile? Io credo che le persone debbano essere informate che senatori e deputati del Congresso americano si sono venduti, intascando soldi dagli arabi i quali desiideravano realizzare comuni alleanze con la Casa Bianca e il popolo Yankee. Certo non tutti ma la maggior parte è diventata un provvidenziale assorbente della politica della corona saudita.E la restante minoranza da inchieste varie risulta essere irretita dalle Case farmaceutiche statunitense. Credo sia proprio l'ora che il popolo americano avvii una seria riflessione su cosa veramente pensi il mondo del loro sistema e su come sia stato possibile arrivare ad una degenerazione nonchè sfaldamento dei principi costituzionali della loro organizzazione. Insomma alla detta di Roosevelt "è ora che l'orso americano esca dal letargo".Quindi da tale politica non ci si può aspettare granchè. Infatti la Rice dichiara che "L'America donerà agli Emirati Arabi la tecnologia per produrre il nucleare ma solo per scopi pacifici", è palese che dietro ciò c'è un contraddittorio impastato dal fatto che lo stesso Governo ha dichiarato una guerra virtuale contro l'Iran di Ahmadinejad che ha sempre dimostrato la sua evidente estranietà ad un uso del nucleare per motivi bellici. Allora per quale motivo Bush vuol fare accordi con la Ccg? Considerando che da secoli gli sciiti e i sunniti lottano per la supremazia del territorio per quale motivo gli occidentali, vedi accordi Nato-ccg, rischierebbero una presa di posizione netta a favore di una coalizione sunnita e quindi contro Libano, Siria e Iran a maggioranza sciita? La spiegazione può essere esplicata in due punti: 1) Gli americani vogliono creare e portare allo scontro con l'aiuto della corona saudita(anche se attualmente è in atto un congelamento finto tra i due Paesi perchè molti terroristi presi dall'fbi e dalla cia erano sauditi) le due coalizioni sunnita e sciita per poter come sempre intervenire e attecchire la propria presenza sul territorio; 2) Approfittando del fatto che le scorte di petrolio in questi Paesi si esauriranno e quindi partendo dall'esigenza di una economia indipendente dall'oro nero che porterebbe ad un eventuale scontro tra questi Paesi potrebbe crearsi un mercato competitivo sul nucleare e gli Americani vogliono essere i primi a raccogliere i frutti economici e monetari che porterebbe la distribuzione di tecnologia avanzata. Ora spetterà agli eventi darmi ragione oppure torto. Come di consueto il tempo è sempre galantuomo. Ai posteri l'ardua sententia!<br />Simone Di TolaNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-39071844395821086802008-03-17T16:03:00.000-07:002008-03-17T16:04:26.624-07:00Una nuova chat per il BlogSignori e Signore vi presento la nuova Chat: http://tools.mrwebmaster.it/work/chat.php?chat_id=10987&act=loginNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-6459966323813227472008-03-16T12:34:00.000-07:002008-03-17T15:11:34.016-07:00Signoraggio e ho detto tutto!L A G R A N D E T R U F F A<br />Problema<br /><br />Tutti i politici eletti alla guida della Nazione hanno sempre indebitato lo Stato chiedendo denaro in prestito ad una ristretta cerchia di banchieri privati.<br />Questi banchieri internazionali creano il denaro dal nulla e senza nessuna contropartita, semplicemente stampandolo.<br />Gran parte delle tasse versate dal cittadino servono a pagare gli interessi su quel debito inestinguibile, eterno, costituito da carta straccia.<br />Domanda:<br /><br />Perché lo Stato non si stampa da solo i soldi?<br />Perché conia le monete metalliche ma non stampa le banconote?<br />Perché emette Obbligazioni invece che stampare moneta esente da interesse?<br />[ex] Perché non esiste un elenco ufficiale dei proprietari della Banca d'Italia S.p.A.?<br />Perché, dal 10 AGO 1893, l'elenco dei soci di Bankitalia S.p.A. è stato reso disponibile solo il 20 SET 2005?<br />Perché il Senato della Repubblica nei suoi verbali riporta «omissis» quando arriva ad elencare tali partecipanti?<br />La Banca ha il monopolio della creazione ed emissione della moneta. Essa crea 100, presta 100 e pretende una restituzione di 100 + 5 di interesse: lo Stato dove prende quel +5 [che non esiste]?<br />(sandro pascucci)<br /><br /><br /><br />Il Mondo ha un problema<br /><br />La Società ha in realtà, un unico grosso problema, e se lo è creato con le proprie mani!<br /><br />E’ un problema puramente economico, riguarda infatti l’emissione del Denaro.<br /><br />Tale emissione è decisa, controllata e gestita da Entità Private e non da Governi democraticamente eletti. Dopo centinaia di anni di contraffazioni e illegalità e machiavellismi, queste Entità Private sono ora giunte a controllare intere Nazioni, non più sovrane ma schiave di un meccanismo economico/finanziario conosciuto come «signoraggio» (con l’aggiunta della forse ancor più grave «riserva frazionaria»).<br /><br />Molto spesso, troppo spesso, gli uomini politici di ogni Nazione chiamati a tutelare e difendere il Popolo che li ha democraticamente eletti, sono corrotti e collaborano con questi malvagi «creatori di moneta». Le leggi stesse in materia vengono create a vantaggio dei Banchieri Internazionali. Altre leggi che potrebbero aiutare il Popolo a riscattarsi da questa schiavitù, sono cambiate, alterate o semplicemente ignorate.<br /><br />Il sistema bancario attuale è basato su una truffa ignobile e disumana.<br />Questa truffa è il «signoraggio» e la «riserva frazionaria» delle Banche Centrali.<br /><br />I sistemi di informazione sono alterati e/o controllati dal Potere Economico dei Banchieri Internazionali Privati e nessun giornale o televisione o radio parlerà mai del «signoraggio» e/o della «riserva frazionaria». Ci sono stati Presidenti di Stato e uomini di grandezza mondiale che sono caduti sotto i colpi della mano spietata e potente delle Entità Sovranazionali.<br /><br />Lincoln e Kennedy, ad esempio. Morti per aver creato denaro, a nome e in nome del Popolo, e non in servitù di Banche Centrale «agghindate di denominazioni nazionali». Diffondere informazioni su questo argomento-tabù e contribuire a smascherare questi strangolatori delle libertà individuali e collettive è un dovere di TUTTI noi, di OGNUNO di noi. Cerca in Internet parole chiavi come «signoraggio», «riserva frazionaria», «debito pubblico».<br /><br />Leggi informazioni alternative e contestatrici al Sistema. Supporta la causa diffondendo questo volantino e facendo TAM-TAM delle vere-informazioni che arrivi a cogliere tramite la Rete, informazioni depurate dall’ideologia politica, asservita al Potere dei Banchieri Internazionali.<br /><br />Simone Di TolaNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-34850074144162253102007-12-21T12:50:00.000-08:002007-12-21T12:53:41.542-08:00Smascherare la truffaRagazzi, un amico ha smascherato un imbroglio su un prodotto che ci stanno vendendo schifosamente a Natale, vale la pena leggere l'articolo scritto sul suo blog, vi dò l'indirizzo dove vi potete collegare http://www.silenzi.com/2007/11/09/skypephone-e-3-la-disonesta-fatta-operatore/<br /><br />A prestoNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-55451913988834761342007-11-27T06:45:00.000-08:002007-11-27T06:49:04.767-08:00Un Pò di Scienza.....Signori, ho letto questo articolo su Galileo e credo valga la pena di leggerlo per imparare qualcosa....<br /><br />Antica Grecia<br />Su Nature uno studio del meccanismo di Anticitera, il primo computer della storia. Risale al secondo secolo a.C. e serviva a effettuare calcoli astronomici<br /><br />di Nicola Nosengo<br />Più lo studiano, più sorprende. Il protagonista del numero di questa settimana di Nature è uno dei più famosi e studiati reperti archeologici, che rappresenta da anni un vero e proprio rompicapo per la storia della scienza e dela tecnologia. Si tratta del meccanismo di Anticitera, una raccolta di frammenti di bronzo ripescati nel 1900 da un gruppo di pescatori di spugne in un relitto (datato attorno al 65 a.C.) vicino all'omonima isoletta greca. Le poche iscrizioni leggibili, con nomi di costellazioni, del Sole e della Luna, fecero capire da subito che i frammenti erano quanto restava di una sorta di calendario astronomico. Nel corso degli anni, le analisi condotte da diversi studiosi portarono a pensare che si trattasse del primo meccanismo conosciuto basato su un sistema di ingranaggi. Ora, la ricerca pubblicata su Nature descrive un meccanismo ancora più complesso e avanti sui tempi di quanto si credesse: un vero e proprio computer ante litteram, in grado di calcolare, rappresentando rapporti matematici di grande complessità attraverso i rapporti tra il numero di denti dei diversi ingranaggi, le principali variabili astronomiche per qualunque data.<br /><br />Andiamo con ordine. Il primo studioso a tentare di ricostruire, a partire dai frammenti ripescati, la struttura originale del meccanismo fu, negli anni Cinquanta e Sessanta, lo statunitense Derek de Solla Price. Aiutandosi con radiografie, sia per distinguere la dentellatura degli ingranaggi che per decifrare le iscrizioni, Price concluse che si trattasse di un calendario astronomico con due quadranti, uno sul frontale e uno sul retro, dedicati ai movimenti del Sole e della Luna. Per mezzo di un sistema di 29 ingranaggi, secondo Price, il meccanismo permetteva di calcolare e rappresentare sui quadranti la posizione del Sole e della Luna in un qualunque momento di qualunque anno: gli ingranaggi riuscivano infatti a riprodurre, con un complicato sistema di rapporti e riduzioni, la relazione che lega il ciclo solare a quello lunare, per cui in 19 anni solari vi sono 235 lunazioni (il ciclo tra due noviluni) e 254 mesi siderali (il tempo che impiega la Luna a tornare nella stessa posizione rispetto alla volta stellare).<br /><br />Era già una conclusione notevole, visto che un uso così raffinato degli ingranaggi per rappresentare rapporti matematici non compare, nella tecnologia occidentale, prima degli orologi del tredicesimo secolo. Tanto è vero che le tesi di Price incontrarono un diffuso scetticismo, e in molti proposero spiegazioni alternative e più semplici del funzionamento del meccanismo.<br /><br />Ora, un gruppo multidisciplinare di ricercatori britannici, greci e statunitensi guidati da Tony Freeth dell'Università di Cardiff ha rimesso sotto la lente i frammenti, usando tecnologie molto più moderne di quelle su cui poteva contare Price: tomografia computerizzata e rielaborazioni digitali ad alta risoluzione della superficie. Il risultato è stato di decifrare il doppio delle iscrizioni presenti sui quadranti. Portando, per cominciare, a spostare ulteriormente indietro nel tempo la data di costruzione, che dovrebbe essere tra il 150 e il 100 a.C. Più chiare anche le funzioni dei due quadranti: quello anteriore riportava lo zodiaco e le posizioni del Sole e della Luna rispetto ad esso. I quadranti posteriori servivano a prevedere le eclissi di Sole e di Luna. Secondo Freeth e colleghi, il meccanismo usava ben 37 ingranaggi (8 più di quelli proposti da Price). E la caratteristica più sorprendente rivelata dal nuovo studio è un sistema di due ingranaggi sovrapposti, leggermente sfasati, che servivano a riprodurre il movimento quasi sinusoidale del moto della Luna. Una realizzazione meccanica del modello matematico dell'orbita della Luna sviluppato da Ipparco di Rodi nel secondo secolo a.C., che porta gli autori addirittura a ipotizzare un coinvolgimento dello stesso Ipparco nel design dell'ingegnoso meccanismo. Altre iscrizioni, in precedenza mai rilevate, che fanno riferimento ai pianeti fanno supporre che il meccanismo fosse in grado anche di predire i movimenti di questi ultimi.<br /><br />Al di là dell'ingranaggio in più o in meno, rimane l'importanza di questo straordinario reperto: che costringe a rivedere al rialzo le più comuni nozioni sulle conoscenze scientifiche e tecnologiche dell'antica Grecia, e mostra come la storia del sapere non proceda sempre in linea retta. Serviranno infatti secoli prima che meccanismi di questa complessità ricompaiano nella storia occidentale. La competenza tecnica che permise di realizzare il meccanismo di Anticitera si perse dopo l'epoca ellenistica, e dovette essere riscoperta quasi da zero dopo il Medioevo.NOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-40807632488972225832007-11-02T17:15:00.000-07:002007-11-02T17:16:14.439-07:00Calipari e… il silenzio delle poltrone<br /><br />Quando Nicola Calipari veniva assassinato sulla strada che da Baghdad porta all’aeroporto, molti non ebbero dubbi e ancora meno ne avevano quelli che conoscevano e conoscono l’Iraq.<br />Un assassinio a freddo commesso con l’unico intendo di mandare un messaggio preciso al governo italiano (amico) e a tutti quelli che avevano intenzione di aprire dialoghi con rapitori o resistenti.<br />Calipari sapeva molto bene, come sapeva il Governo italiano (ma anche l’opposizione liberista e no) che se timori o motivi di paura dovevano o potevano esserci in quella operazione di salvataggio della Sgrena, questi erano rappresentati solo dall’esercito americano.<br />Calipari conosceva benissimo questo pericolo, a tale punto che, sapeva di tutti i rischi che avrebbe corso per ogni minuto in più passato in Iraq e quindi, tutti i pericoli in più che ci sarebbero stati nell’andare presso la nostra Ambasciata o all’hotel Palestina. <br />Calipari prese la decisione più normale e convincente, quella che anche noi avremmo preso al suo posto: evitare di rifugiarsi in ambasciata o in un hotel e andare invece di corsa verso l’aeroporto così da restare sotto il mirino americano il meno possibile.<br />Quella strada che come me molti lo hanno percorsa centinaia di volte, non è così sconosciuta né strana.<br />Ma gli americani sapevano e conoscevano…, dalla partenza da Roma, al momento in cui il suo aereo si posava sulla pista dell’aeroporto di Baghdad, fino al colpo fatale su Nicola Calidari.<br />Tutto ha funzionato perfettamente, tutto era “sotto controllo” e, questa volta, i tragicomici fallimentari piani come spesso si rivelano quelli americani, hanno perfettamente funzionato. <br />Ogni passo, ogni metro, ogni respiro di Calipari era controllato dal comando americano.<br />Questo basterebbe a fare capire più di ogni cosa.<br />Quando il corpo di Nicola Calipari era ancora caldo, centinaia di sindaci e migliaia di assessori si sono sfrenati in una vomitevole e rinnovata “danza macabra”; nel fare conferenze, mostrare le proprie indignazioni, fare appelli e soprattutto innalzare monumenti, intitolare strade, ville, giardini, parchi, biblioteche, targhe e, chi più ne ha più ne metta.<br />Un “vizietto” molto italico che “ripaga” sempre, ma che ha trascinato e intrappolato anche sindaci e uomini sinceri.<br />E loro non hanno perso l’occasione, hanno sfoggiato tutto il meglio del loro repertorio?<br />E allora ? Via con le fanfare, le bande, i militari sugli attenti…<br />Un palcoscenico insperato e inatteso di straordinaria retorica..<br />Un’altra occasione ghiotta per apparire, bestemmiare parole di ringraziamento, persino addolorati e piangenti con le fasce tricolori a tracolla.<br />Facce di roccia, imperturbabili nei loro travestimenti da scena di dolore, di sorriso, di noia, di sofferenza, di pietà…<br />E se nella mia città, Pescara, certamente insuperabile in questo nuovo sport “politico istituzionale” e, in migliaia di piccoli comuni le piazze si sono riempite di ufficialità, ma anche di tanta gente onestamente colpita e… non necessariamente di destra o di sinistra, filoamericani o antiamericani, ignoranti o intellettuali, cattolici, ebrei o musulmani, “rivoluzionari” e “liberisti”; poco importa: c’era tanta gente e c‘erano purtroppo anche loro (ormai onnipresenti), quelli con le facce di bronzo e le fasce tricolori. <br />Nessuno di loro si è mai sognato, non di erigere un monumento (nemmeno a pensarlo), ma di dire anche una semplice e sola parola di pietà per le donne, i bambini, per uomini e anziani assassinati e trucidati dentro le moschee di Falluja e dell’Iraq o per i giovani studenti e contadini sgozzati ogni giorno a centinaia lungo le strade di Baghdad o di Baquba o di Samarra grazie ai consigli del sig. Negroponte; tanto meno avranno mai un monumento quei bambini “mostruosi” ridisegnati nel dna dalle nostre bombe all’uranio.<br /><br /><br />E se in Italia c’è un proliferare di monumenti e medaglie quasi come una moda esasperata e ossessiva, nessun sindaco o assessore si sognerà mai di dedicare un monumento alle vittime della fame o alla sete di milioni e milioni di africani; né mai oseranno, seppur nascosto dalle acque, erigere un monumento sul più grande cimitero di donne, bambini e uomini ignoti immoralmente esposti alla fame dei pesci nei fondali di Otranto o in quelli dello Ionio.<br />E ora ? Ora che la terza corte d'assise di Roma ha dichiarato il difetto di giurisdizione e disposto il non luogo a procedere per Mario Lozano, l'ex soldato Usa che fece fuoco contro l'auto sulla quale viaggiava Nicola ?<br />La “giustizia” della nostra repubblica; quella italiana, quella nata dalla resistenza, quella della “italianità”, dell’onore e dell’orgoglio italiano, del made in Italy, della ferrari o delle coppe, del calcio o del ciclismo, della moda o dello stile, dagli abiti al caffè, dagli spaghetti e ai maccheroni; quella “giustizia” rigorosa e severa con i “ladri” di mele, quanto imbarazzata verso i poteri forti; tremolate e genuflessa toglie la maschera e riconosce il diritto di vita e di morte dei “padroni” sui servi.<br />E se ieri, si scatenava su tutte le furie il nostro, piccolo, mediocre, grassottello e flaccido ministro delle giustizia che inveiva contro tutto e tutti ma soprattutto contro taluni magistrati.<br />Se ieri, appena ieri, si infuriavano come bestie, i dell’Utri, i Berlusconi, i D’alema, i Fassino e tanti, tantissimi altri ancora; oggi c’è un silenzio di tomba, nessuna parla, nessuno del potere va oltre…, se non con la magistralità della loro rituale apparente amarezza. <br />La signora Calipari non dovrebbe e non deve restituire nessuna medaglia, suo marito è stato un eroe, non perché sancito da qualcuno o dagli stessi che oggi girano le spalle e cuciono le labbra, ma dalla gente .<br />Antonio Calipari è stato un eroe, (per quanto amerei un Paese senza questa necessità), non per caso o per errore, né perché ucciso da fuoco amico (quello era fuoco nemico).<br />E’ un eroe Nicola Calipari, perché del suo possibile assassinio era semplicemente cosciente e consapevole.<br />Ora, dopo quell’11 di settembre, in Italia come nel resto del modo si viaggia veloci da una emergenza all’altra, da un gossip all’altro, da una volgarità all’altra, dove, dalle menzogne nascono solo guerre e profonde insanabili divisioni e odi e, dalla verità, quasi sempre nasce la denigrazione e l’isolamento e non la pace<br />Afferma la Sgrena: «Penso che questa decisione sia incredibile e che sia ancora una volta l’accettazione dell’arroganza degli Stati uniti».<br />No! Non è né incredibile, né è l’accettazione di una prepotenza.<br />E’ la conseguenza naturale di un percorso; non dell’arroganza di un Paese, ma la pianificazione devastante di una nuova, tragica nazistificazione del mondo.<br />Un nazismo moderno che non usa più forni crematori, ma embarghi; che non ha bisogno di lager, ma stringe nella morsa della fame e in serragli immensi, paesi e interi continenti; che attraverso le multinazionali affama e rapina le ricchezze dei popoli e delle nazioni; che inventa e alimenta guerre, lotte civili, stragi sanguinose; che protegge criminali di guerra e i crimini contro l'umanità commessi da servitori zelanti; che sorreggono governi corrotti o li ricattano con l'indebitamento; che sono infine, i soli venditori di armi e i primi pacificatori.<br />Un governo, quello americano, con alle spalle gli interessi di mafie ben più potenti e organizzate.<br />Si cavalcano i morti con una indifferenza disarmante, si cavalca la rabbia e l’indignazione, la paura della gente e la sua disperazione.<br />Questa, è la vera grande tragedia della nostra epoca; l’epoca di un decadentismo che mi fa tremare e di un populismo grottesco, tanto imbecille quanto tragicamente vigliacco. <br />Eravamo nel 1999 penso, quando il nostro primo ministro D’Alema, scendeva le scalette dell’aereo che lo aveva portato negli Usa, in quello stesso momento una corte militare americana, pronunciava la sua sentenza di assoluzione per i due piloti responsabili dell’uccisione di 22 persone sul Cermis.<br />Ci si sarebbe aspettati una dichiarazione indignata, una forte protesta casomai risalendo sull’aereo per tornare in Italia, oppure non so che cosa; niente di tutto questo, ma una semplice, spaventosa quanto umiliante dichiarazione: noi non giudichiamo le sentenze.<br />Così pure un silenzio inesorabile è sceso sul giudizio accomodante che la banda Taormina ci ha prima fatto ingoiare e poi digerire nell’ultima, definitiva e tombale “verità” sulle “vacanze” a Mogadiscio di Ilaria e Hrovatin. <br />C’è un’aria triste e preoccupane che attraversa la nostra epoca e il mondo, un’aria di un nuovo rigenerato e offensivo makkartismo che dovrebbe preoccuparci quanto e non di meno dell’irrazionalità prima di pochi, ora sempre più generalizzata.<br />C’è una follia che ci attraversa tutti, nessuno escluso e… la strada peggiore la stiamo già percorrendo.<br />Non amo e non mi convincono le etichettature fuorvianti, non mi convincono anzi, mi fanno anche paura: destra, sinistra, centro, bianco, rosso, nero, verde, ecc.; sono spesso, quasi sempre, labili pretestuosità infantili, alibi adolescenziali dove generalmente si nasconde la propria fragilità politica e culturale se non subdole ambizioni senza contenuti.<br />Contano le esistenze preziose e le esperienze vissute e non immaginarie, di uomini e donne vere.<br />Contano il fare, il pensiero e le azioni del singolo rivolte agli altri e con gli altri e, non le vuote parole di oziosi oratori imbecilli.<br />Il resto è solo rumore di cimici.<br />Ora per Calipari e, come lui, per i tanti, tantissimi, troppi, morti “eliminati” da fuoco “amico”, nessun sindaco con la fascia a tracolla invia telegrammi seppur inutili alla Casa “bianca”, né spiega alla gente della sua città, perché Nicola Calipari ucciso due volte, è per due volte eroe.<br />Spoltore, 02 novembre 2007<br /> HYPERLINK "http://www.passagetothesouth.org" www.passagetothesouth.org<br /><br /> Tusio De IuliisNOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-66580974271958021032007-10-05T10:57:00.000-07:002007-10-05T13:10:21.265-07:00Il Lavoro senza dignità e senza meritocraziaMi basta pensare a quanti precari ci sono e il resto è facile. Oggi in Italia non ci sono nè diritti, nè doveri, nè lavoro. No, non si può sopportare ad esempio la ignominia di una Asl abruzzese che a fine contratto determinato di due anni non inserisce nel proprio organico un lavoratore invalido e nel frattempo destina i soldi dei contribuenti verso operazioni immagine come comprarsi un tappeto intarsiato del cazzo oppure migliorare l'ufficio del dirigente di turno. Ragazzi c'è veramente di cui incazzarsi! Oppure quello di un lavoratore postale che è costretto a ricorrere alla legge per farsi riconoscere una malattia che lo affligge, ma a parte questo lui conta sul merito, invece.....gli è stato detto che questa cosa non vale. Allora ho pensato di fare un vademecum o meglio una scaletta delle cose che vengono apprezzate nel lavoro in Italia.<br /><br />Dunque:<br />1) La Raccomandazione; se siete bravi riuscite ad entrare in quella oligarghia familiare di potere data dal porchettaro di turno che per la Vostra richiesta pretenderà alcuni obblighi: finanziamento della sua campagna elettorale, propaganda elettorale con risultato, una scopata, anzi varie scopate se siete donne, sudditanza, lavori sporchi. Poi se siete parenti allora è più facile, cmq ve la dovete sudare. Non pensate di poterci riuscire con tattiche politiche perchè otterrete poco. La domanda nasce spontanea: durerà? Non credo proprio, c'è troppa competizione.<br /><br />2) L'anzianità di servizio; se siete al primo lavoro subirete il vecchietto prepotente che vi ricorderà ogni giorno che lui è arrivato prima di voi ed ha una anzianità di servizio invidiabile. Avete due soluzioni: mandate a fare in culo il ringoglionito e fate una causa per mobbing oppure entrate nelle grazie del fossile e della azienda schiavizzando il Vostro Io dicendo a Voi stessi che questo vi porterà ad una anzianità di servizio super invidiabile. Se volete il mio consiglio, scegliete la prima.<br /><br />3) Il Sindacato; se siete dei bugiardi patentati non sprecate questo talento, entrate nella triade Cgil_Cisl_Uil o altro, UGL e date adito al vostro talento di Bugiardscout per imbrogliare più persone possibili perchè guadagnerete informazioni utili, giorni liberi dal lavoro e una rampa di lancio per la politica; ricordate se dite la verità non ci pensate nemmeno.<br /><br />4) Infortunio sul lavoro; regalatevi ogni tanto sul lavoro degli incidenti, perchè così facendo avrete dei giorni a vostra disposizione e crescerà il Vostro punteggio nella carriera o per i trasferimenti, naturalmente sciegliete il medico appropriato.<br /><br />5) La malattia; se avete la sfortuna ovvero la fortuna di essere ammalati fatelo valere, anche se dovrete subire le tante visite collegiali e le indifferenze degli ebeti o i menefrechismi della dirigenza. Molto probabilmente avrete bisogno di un buon avvocato.<br /><br />6) La Laurea; mi hanno detto detto che ci sono buoni prezzi per la Laurea al mercato di Roma e non devi fare nemmeno tanti sacrifici di 5 o 6 anni di studio e dispendio di soldi tanto il risultato è lo stesso.<br /><br />7) Le competenze; non contano un cazzo nè per la carriera nè per trovare lavoro; potrebberò essere utili solo quando l'azienda è in un mare di merda. Non approfittarne perchè loro ne approfitterebbero.<br /><br />Morale della storia: se accettate questo sistema siete quelle teste di cazzo che stanno lì all'ufficio del piano di sopra a guardare gli altri che lavorano, se invece volete combattere tutta questa assurda presa in giro allora rivolgetevi alla legge e fatelo subito mentre cercate con tutte le vostre forze di sensibilizzare gli altri ad unirsi in unico coro di proteste e azioni. Una volta si diceva: Proletari di tutto il mondo unitevi. Oggi la parola d'ordine deve essere: Disoccupati di tutta Italia unitevi!NOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-25371780388826927882007-10-02T05:46:00.000-07:002007-10-02T06:32:35.989-07:00Chiesa Cattolica: Tra la preghiera e la politicaCarissimi,come sempre cercherò di condurre le menti visionarie di questo blog ad una riflessione sulle "arlecchinate" che trovano spazio nella nostra misera quotidianità. In questi giorni ho avuto occasione di osservare da molto vicino le inutile brodaglie televisive mandate in onda dalla televisione italiana di regime(Rai, Mediaset, La7 ecc). Nella sequela di corbellerie dette e stradette per poter vendere il proprio prodotto-pensiero da giornalisti venduti al mercato del potere e delle banconote fresche degli euro la mia attenzione o almeno di quello che rimane del mio interesse su ciò, si è catalizzata sul discorso al tg1 del Presidente della CEI, cattolicissimo e politicissimo Consiglio Episcopale, che enunciava e sottolineava il pericolo dell'antipolitica. Tirandosi fuori da questo gioco di parole emerge una notevole paura da parte del potere cattolico di soccombere ad una riflessione più ampia su ciò che oggi viene contraddetto al sistema di potere nazionale. Quello su cui voglio soffermarmi è che il Presidente della Cei ha detto bene quando affermava nel suo eloquio precedentemente studiato che la Chiesa è stata parte con i fatti di quella attività al fianco di quei politici che all'oggi vengono criticati dai soldati-cittadini. Senza rendersene pienamente conto la cara Cei ha fatto presente la sua partecipazione a quella forma di potere magnanimamente falsa e gastronomica che agli occhi dei cittadini non allineati e profusamente dotati di intellighenzia appare ingannatoria e soprattutto coincidente con l'attività del palazzo. Quindi diciamo che Papa e Re sono tornati dopo un ottocentesco diverbio ad una profonda amicizia rivelatasi dal modo in cui ambedue si difendono. Ormai dopo il V-daY di Grillo è sotto gli occhi di tutti che questo modo "bourgeois" anche di coloro che dicono di rifarsi ad una tradizione comunista-socialista sia da evitare e da combattere ma quello che è manifesta e deludente è la presenza di un istituzione religiosa nel potere che si divide tra la preghiera per il ricco epulone e la politica di Cesare. Chi ha orecchie per intendere intenda!NOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3245796476615379386.post-65975661155387240642007-09-29T01:29:00.000-07:002007-09-29T01:32:17.268-07:00Commercializzazione della culturaCarissimi voglio rendervi partecipi dell'esperienza visiva, olfattiva e decisamente sensoriale che sono costretto a subire in questi giorni di caldo estivo. Ogni qualvolta io mi giro osservo politici e ed esperti di organizzazioni virtuali darsi alla rincorsa competitiva di sagre porchettate e raschiatura dei fondi monetari dei poveri cittadini inermi ed ignoranti. Tutto questo potrebbe andarmi giù anche se vittima di una deglutizione difficile ed una digestione lenta e pesante, ma....non toccatemi la cultura, no questo non è possibile. Non potevo immaginare, che questi venditori di benessere e festaioli di quart'ordine, sarebbero stati capaci di pretesti culturali per poter organizzare prese di potere e soldi in comunità come la mia dove l'aria e semplice ma il fetore inizia ad essere già insopportabile. Non lasciamoci coccolare dalle infinite pubblicità che ci attirano nelle spire di un serpente a sonagli. E da ciò che ci accorgiamo della tentazione moderna di incastonare i nostri pensieri in mille inquietudini e desideri di materialismo e potere. Cinema, musica, tutto può servire per inttrippare le fievoli pancie di vanitosi e famelici “tagliatori di teste” non quelle del terrorismo ma quelle dell'imbecillismo. La cultura non si grida dai tetti, ma si sussurra nelle cantine dove la luce e lieve e la mente è viva. Per questo defendemos la sensibilizzazione, e combattiamo la commercializzazione della cultura! <br />Simone di Tola<br />Domenica 5 Agosto 2007NOME: SIMONE DI TOLAhttp://www.blogger.com/profile/00756989950269177461noreply@blogger.com1